Amatori. Vorrei iniziare il mio sproloquio, perché di ciò si tratta, analizzando questa parola, amatori. Il campionato che si accingono a giocare i nostri odierni eroi, quello appunto dell'AICS, dovrebbe essere di natura amatoriale, per l'appunto. Il dizionario ci dice che amatore è colui che è non professionista, dilettante nella disciplina o nella tecnica in cui si cimenta. Ma veniamo alla radice. È palese quella della parola analizzata: Amore.
Ebbene questa sera dall'altra parte della barricata vi era una squadra di semi-professionisti (quindi non propriamente amatori), noti alcuni personaggi per le loro esperienze in serie titolate del calcio a 5, secondo l'esimio Fantastichini. I nostri ragazzi avranno sì perso, ma hanno fatto un grande dono agli avversari: hanno dimostrato loro cosa significa "giocare da amatori", amare la partita, amare il gioco, amare gli avversari.
Corrado e gli altri ne sono usciti a testa alta, hanno buttato il cuore in campo e per qualche minuto hanno anche saputo far tremare il colosso... Gli avversari continuano la loro scalata in classifica, ma saranno stati in grado di cogliere l'essenza di chi stava loro davanti? Questo non ci è dato saperlo. Gli arbitri lo avranno fatto? Un'ammonizione dettata da un'infondata quanto umanissima paura ci fa pensare il contrario... Ma succede anche questo.
Una cosa è certa: Cupido assegna la vittoria agli impavidi biancoazzurri, sono certo che la sua freccia raggiunge anche i punti più bui dell'animo.